Panorama Spirituale
I luoghi della Fede immersi nella natura
Panorama Spirituale
I luoghi della Fede immersi nella natura
Tra eremi rupestri, antiche pievi e santuari che svettano tra i monti.
a montagna e le valli sono luoghi ideali per ritrovare se stessi, circondati da quiete e natura. Nelle vicinanze del paese di Vergemoli si staglia, su una grande parete a strapiombo, il suggestivo Eremo di Calomini, la cui sagrestia è scavata direttamente nella roccia. Nell’intraprendere un percorso affascinante, naturalistico e spirituale, sicuramente è imperdibile l’Eremo di Capraia, che si trova su un colle roccioso, luogo di profonda meditazione.
La Chiesa di Santa Maria Assunta a Borsigliana espone un importante opera artistica: il celebre Trittico di Pietro da Talada, detto appunto Maestro di Borsigliana, artista che ha firmato questo ed altri capolavori del ‘400 in Garfagnana.
Tra le chiese più antiche della Valle del Serchio vi è la Chiesa romanica di San Biagio a Camporgiano: risalente ad ancor prima dell’anno Mille, è un piccolo gioiello immenso in un’atmosfera di serenità e pace. La stessa quiete si trova anche sull’altopiano del Monte Argegna dove sorge il Santuario di Nostra Signora della Guardia: qui la Campana Votiva degli Alpini domina l’intera vallata.
Tra eremi rupestri, antiche pievi e santuari che svettano tra i monti.
a montagna e le valli sono luoghi ideali per ritrovare se stessi, circondati da quiete e natura. Nelle vicinanze del paese di Vergemoli si staglia, su una grande parete a strapiombo, il suggestivo Eremo di Calomini, la cui sagrestia è scavata direttamente nella roccia. Nell’intraprendere un percorso affascinante, naturalistico e spirituale, sicuramente è imperdibile l’Eremo di Capraia, che si trova su un colle roccioso, luogo di profonda meditazione.
La Chiesa di Santa Maria Assunta a Borsigliana espone un importante opera artistica: il celebre Trittico di Pietro da Talada, detto appunto Maestro di Borsigliana, artista che ha firmato questo ed altri capolavori del ‘400 in Garfagnana.
Tra le chiese più antiche della Valle del Serchio vi è la Chiesa romanica di San Biagio a Camporgiano: risalente ad ancor prima dell’anno Mille, è un piccolo gioiello immenso in un’atmosfera di serenità e pace. La stessa quiete si trova anche sull’altopiano del Monte Argegna dove sorge il Santuario di Nostra Signora della Guardia: qui la Campana Votiva degli Alpini domina l’intera vallata.
Duomo di Barga
Gioiello del romanico dell'anno Mille
1 Situato sulla sommità del colle di Barga offre una vista spettacolare sulla valle circostante e sulle Alpi Apuane
2 è un esempio notevole di architettura romanica con influenze gotiche costruito tra il XI e il XVI secolo
3 Al suo interno opere d’arte di grande valore come il pulpito romanico del XII sec
Duomo di Barga
Gioiello del romanico dell'anno Mille
1 Situato sulla sommità del colle di Barga offre una vista spettacolare sulla valle circostante e sulle Alpi Apuane
2 è un esempio notevole di architettura romanica con influenze gotiche costruito tra il XI e il XVI secolo
3 Al suo interno opere d’arte di grande valore come il pulpito romanico del XII sec
Santuario Nostra Signora della Guardia
il santuario sull'altopiano
1 Situato sull’Altopiano dell’Argegna il santuario si affaccia su vallate mozzafiato, integrandosi armoniosamente con il paesaggio montano che lo circonda
2 E’ dedicato alla Madonna della Guardia, una figura molto venerata per il suo ruolo protettivo
3 L’ultima domenica di Agosto si tiene una grande festa in suo onore
Santuario Nostra Signora della Guardia
il santuario sull'altopiano
Il Santuario di Nostra Signora della Guardia, situato sull’imponente Monte Argegna, è un luogo di grande significato spirituale e culturale nella regione dell’Appennino Tosco-Emiliano. Questa sacra dimora, immersa in un paesaggio montano mozzafiato, rappresenta un punto di riferimento importante per i fedeli e i visitatori, offrendo un’opportunità unica di connessione con la natura e la spiritualità.
Costruito in una posizione panoramica che domina le vallate circostanti, il santuario è dedicato alla Madonna della Guardia, una figura molto venerata che, secondo la tradizione, ha svolto un ruolo protettivo e miracoloso per la comunità. La struttura del santuario, semplice ma affascinante, si integra armoniosamente con l’ambiente naturale, riflettendo l’architettura tipica dei luoghi di pellegrinaggio di montagna.
All’interno del santuario, i visitatori possono trovare un’atmosfera di pace e riflessione, accogliendo una serie di elementi decorativi e religiosi che testimoniano la devozione dei fedeli. Il santuario è famoso anche per le sue celebrazioni annuali, che attirano pellegrini e turisti da ogni parte, offrendo un’esperienza immersiva nella tradizione e nella cultura locale.
Eremo di Calomini
l'antico eremo rupestre
L’Eremo di Calomini, situato nei boschi tranquilli di Fabbriche di Vergemoli, in provincia di Lucca, è un angolo di pace e spiritualità immerso nella bellezza naturale dell’Appennino Tosco-Emiliano. Questo luogo di culto e di meditazione è un esempio straordinario di come l’architettura religiosa possa integrarsi armoniosamente con l’ambiente circostante.
Fondato nel secolo XIII, l’eremo si erge in una posizione suggestiva, incastonata tra le valli e i boschi che caratterizzano questa regione montuosa. La struttura, di modeste dimensioni, riflette l’essenzialità e la semplicità tipiche dei luoghi di ritiro spirituale, dove i monaci e i pellegrini possono trovare rifugio e tranquillità lontano dalle distrazioni del mondo moderno.
L’architettura dell’Eremo di Calomini è caratterizzata da linee sobrie e da una pietra calcarea che si fonde perfettamente con il paesaggio circostante. La chiesa dell’eremo, con la sua facciata semplice e il campanile slanciato, offre uno spazio di preghiera e meditazione che invita alla contemplazione e alla riflessione. All’interno, l’ambiente è arricchito da elementi decorativi e scultorei che testimoniano la devozione e la tradizione dei monaci che vi hanno dimorato.
Eremo di Calomini
l'antico eremo rupestre
L’Eremo di Calomini, situato nei boschi tranquilli di Fabbriche di Vergemoli, in provincia di Lucca, è un angolo di pace e spiritualità immerso nella bellezza naturale dell’Appennino Tosco-Emiliano. Questo luogo di culto e di meditazione è un esempio straordinario di come l’architettura religiosa possa integrarsi armoniosamente con l’ambiente circostante.
Fondato nel secolo XIII, l’eremo si erge in una posizione suggestiva, incastonata tra le valli e i boschi che caratterizzano questa regione montuosa. La struttura, di modeste dimensioni, riflette l’essenzialità e la semplicità tipiche dei luoghi di ritiro spirituale, dove i monaci e i pellegrini possono trovare rifugio e tranquillità lontano dalle distrazioni del mondo moderno.
L’architettura dell’Eremo di Calomini è caratterizzata da linee sobrie e da una pietra calcarea che si fonde perfettamente con il paesaggio circostante. La chiesa dell’eremo, con la sua facciata semplice e il campanile slanciato, offre uno spazio di preghiera e meditazione che invita alla contemplazione e alla riflessione. All’interno, l’ambiente è arricchito da elementi decorativi e scultorei che testimoniano la devozione e la tradizione dei monaci che vi hanno dimorato.
Eremo di Capraia
sulla roccia circondata dal panorama
L’Eremo di Capraia, situato nel tranquillo borgo di Capraia nel comune di Pieve Fosciana, è un prezioso rifugio spirituale immerso nella splendida natura dell’Appennino Tosco-Emiliano. Questo eremo, che affonda le radici nel passato medievale della regione, rappresenta un punto di incontro tra la fede e la bellezza naturale del paesaggio circostante.
Fondato nel XIII secolo, l’Eremo di Capraia è situato in una posizione privilegiata, con una vista panoramica sulle colline e sulle valli della Garfagnana. La struttura dell’eremo, semplice ma maestosa, riflette l’essenza dell’architettura monastica medievale, caratterizzata da linee sobrie e materiali locali come la pietra calcarea, che si integrano perfettamente con l’ambiente circostante.
L’architettura dell’eremo è dominata da una facciata essenziale e da un campanile che si erge verso il cielo, mentre l’interno offre uno spazio di preghiera e meditazione immerso in un’atmosfera di serenità e raccoglimento. La chiesa dell’eremo ospita elementi decorativi modestamente ornamentali, ma di grande valore spirituale, che arricchiscono l’esperienza dei visitatori e dei fedeli.
Eremo di Capraia
sulla roccia circondata dal panorama
L’Eremo di Capraia, situato nel tranquillo borgo di Capraia nel comune di Pieve Fosciana, è un prezioso rifugio spirituale immerso nella splendida natura dell’Appennino Tosco-Emiliano. Questo eremo, che affonda le radici nel passato medievale della regione, rappresenta un punto di incontro tra la fede e la bellezza naturale del paesaggio circostante.
Fondato nel XIII secolo, l’Eremo di Capraia è situato in una posizione privilegiata, con una vista panoramica sulle colline e sulle valli della Garfagnana. La struttura dell’eremo, semplice ma maestosa, riflette l’essenza dell’architettura monastica medievale, caratterizzata da linee sobrie e materiali locali come la pietra calcarea, che si integrano perfettamente con l’ambiente circostante.
L’architettura dell’eremo è dominata da una facciata essenziale e da un campanile che si erge verso il cielo, mentre l’interno offre uno spazio di preghiera e meditazione immerso in un’atmosfera di serenità e raccoglimento. La chiesa dell’eremo ospita elementi decorativi modestamente ornamentali, ma di grande valore spirituale, che arricchiscono l’esperienza dei visitatori e dei fedeli.
San Pellegrino in Alpe
Gioiello del romanico dell'anno Mille
Il Duomo di San Cristoforo a Barga, situato nella pittoresca città di Barga in provincia di Lucca, Toscana, è un gioiello di architettura romanica e uno dei principali simboli storici e artistici della regione. Costruito tra il X e il XII secolo, il duomo domina il panorama della città dalla sommità della collina su cui sorge, offrendo una vista spettacolare sulle Alpi Apuane e la valle circostante.
Questo edificio sacro è dedicato a San Cristoforo, il santo patrono di Barga, ed è noto per la sua struttura imponente e le sue linee sobrie ed eleganti. La facciata principale, in pietra calcarea bianca e grigia, è un esempio classico di semplicità romanica, impreziosita da un bellissimo rosone centrale e da decorazioni scultoree che richiamano motivi vegetali e simboli religiosi.
All’interno, il duomo conserva numerosi tesori artistici. Tra i più importanti vi sono il pulpito marmoreo scolpito da Guido Bigarelli da Como nel 1250, un capolavoro dell’arte romanica, e il maestoso altare maggiore. Le vetrate colorate, le statue di santi e le decorazioni affrescate aggiungono ulteriore bellezza e spiritualità all’ambiente interno.
Oltre al suo valore artistico e architettonico, il Duomo di San Cristoforo è anche un luogo di grande rilevanza storica e culturale per la comunità di Barga. È il cuore pulsante delle celebrazioni religiose e delle tradizioni locali, nonché una tappa obbligata per i visitatori che desiderano immergersi nella storia e nella bellezza di questa affascinante cittadina toscana.
San Pellegrino in Alpe
Gioiello del romanico dell'anno Mille
Il Duomo di San Cristoforo a Barga, situato nella pittoresca città di Barga in provincia di Lucca, Toscana, è un gioiello di architettura romanica e uno dei principali simboli storici e artistici della regione. Costruito tra il X e il XII secolo, il duomo domina il panorama della città dalla sommità della collina su cui sorge, offrendo una vista spettacolare sulle Alpi Apuane e la valle circostante.
Questo edificio sacro è dedicato a San Cristoforo, il santo patrono di Barga, ed è noto per la sua struttura imponente e le sue linee sobrie ed eleganti. La facciata principale, in pietra calcarea bianca e grigia, è un esempio classico di semplicità romanica, impreziosita da un bellissimo rosone centrale e da decorazioni scultoree che richiamano motivi vegetali e simboli religiosi.
All’interno, il duomo conserva numerosi tesori artistici. Tra i più importanti vi sono il pulpito marmoreo scolpito da Guido Bigarelli da Como nel 1250, un capolavoro dell’arte romanica, e il maestoso altare maggiore. Le vetrate colorate, le statue di santi e le decorazioni affrescate aggiungono ulteriore bellezza e spiritualità all’ambiente interno.
Oltre al suo valore artistico e architettonico, il Duomo di San Cristoforo è anche un luogo di grande rilevanza storica e culturale per la comunità di Barga. È il cuore pulsante delle celebrazioni religiose e delle tradizioni locali, nonché una tappa obbligata per i visitatori che desiderano immergersi nella storia e nella bellezza di questa affascinante cittadina toscana.
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Idee da non perdere
La Garfagnana e la Valle del Serchio custodiscono gioielli architettonici e oasi naturalistiche di inestimabile valore: scovarli è la ricerca più bella.
Idee da non perdere
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Hai voglia di natura?
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Denominazione | Comune e indirizzo | Telefono | Descrizione | Orario Apertura | Note | |
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Eremo di Capraia | Pieve Fosciana, Capraia | +39 3270481207 | eremodicapraia@gmail.com | L’Eremo di Capraia è costruito su uno sprone roccioso e domina dall’alto la valle del torrente Ceserana. Nel castello di Capraia, distrutto nella prima metà del trecento, durante le lotte tra lucchesi e pisani, viene ricordato, già nel 1168, un romitorio intitolato ai SS. Jacopo e Cristoforo e nel 1260 figura un S. Cristoforo di Capraia, nel registro della pievania di Fosciana. Una chiesa con la stessa titolazione risulta “destructa” nella Visita Pastorale della Diocesi di Lucca dell’anno 1467, ma poi torna ad essere menzionata fino al 1658. Nel 1716 viene aggiunta la titolazione attuale di S. Maria, da un preesistente santuario di cui resta tuttora il campanile cinquecentesco. Unita alla parrocchia del Sillico, Capraia passò a far parte della nuova Diocesi di Massa nel 1822 ed è stata reintegrata nelle pertinenze della Diocesi di Lucca solo nel 1992. La chiesa attuale è stata riedificata nel 1871 su disegno del Conte G. Carli. A Capraia la presenza di eremiti è stata costante nei secoli e dura ancora oggi. Ne ricordiamo due, don Bartolomeo Toni, che fece costruire l’attuale chiesa, e padre Gerlaco, monaco olandese, morto nel 1994 e sepolto nelle vicinanze dell’eremo. Grazie al lavoro dei volontari durante l’anno a Capraia si svolgono diversi eventi religiosi che richiamano numerose persone che qui trovano sempre armonia con la natura e un rapporto particolare con l’Assoluto. | ||
Passo di Pradarena | Sillano Giuncugnano, | - | - | - | ||
Chiesa di San Rocco (Natività di Maria) e Volto Santo di Rocca Soraggio | Sillano Giuncugnano, | - | - | l Volto Santo di Rocca Soraggio è un crocifisso tunicato medievale, databile tra il XIII e il XIV secolo e ispirato al modello del celebre Volto Santo di Lucca. Il crocifisso è attualmente conservato nella chiesa della Natività di Maria a Rocca Soraggio. | ||
chiesa di Sant'Antonino Martire (Varliano) | Sillano Giuncugnano, | - | - | - | ||
Eremo San Viano | Vagli Sotto, | - | - | L’Eremo del Beato Viviano si trova sulle balze orientali del Monte Roccandagia, nei pressi del sentiero che conduce da Campocatino alla Valle di Arnetola. Si raggiunge solo a piedi in circa 30 minuti di cammino. Si tratta di un vero e proprio santuario d’abri, incastonato nella roccia, a circa 1090 metri sul livello del mare. In questo luogo inospitale conduceva la sua vita di asceta Viviano (Viano) cibandosi dei cavoli selvatici che miracolosamente crescevano copiosi su quelle nude pareti rocciose. Tutta la popolazione di Vagli è fortemente devota a Beato Viano divenuto prima, protettore dei pastori e, successivamente, quando l’economia del territorio è cambiata, dei cavatori. Nel periodo estivo alcuni volontari organizzano le visite all’Eremo. | ||
Chiesa di San Bartolomeo di Roggio | Vagli Sotto, | - | - | - | ||
Campocatino | Vagli Sotto, | - | - | - | ||
Chiostro dei Santi Sisto e Margherita | Villa Collemandina, | - | - | - | ||
Eremo di San Viviano | Vagli Sotto, Campocatino | - | - | L’Eremo del Beato Viviano si trova sulle balze orientali del Monte Roccandagia, nei pressi del sentiero che conduce da Campocatino alla Valle di Arnetola. Si raggiunge solo a piedi in circa 30 minuti di cammino. Si tratta di un vero e proprio santuario d’abri, incastonato nella roccia, a circa 1090 metri sul livello del mare. In questo luogo inospitale conduceva la sua vita di asceta Viviano (Viano) cibandosi dei cavoli selvatici che miracolosamente crescevano copiosi su quelle nude pareti rocciose. Tutta la popolazione di Vagli è fortemente devota a Beato Viano divenuto prima, protettore dei pastori e, successivamente, quando l’economia del territorio è cambiata, dei cavatori. Nel periodo estivo alcuni volontari organizzano le visite all’Eremo. | ||
Chiesa di San Pantaleone e borgo di Sambuca | San Romano in Garfagnana, Sambuca | - | - | Il piccolo borgo di Sambuca, nel comune di San Romano in Garfagnana, è dominato da aspre rupi vulcaniche su cui sorge, quasi un’estensione delle stesse rocce, la chiesa di San Pantaleone.Nell' estimo della Diocesi lucchese del 1260 è già nominata la "cappella di Sambuca" come dipendente dalla Pieve di Fosciana. A causa di guerre e pestilenze, la chiesa si trovò in stato di abbandono e nel 1444 fu ricostruita. Nel XV sec., Sambuca è ricordato come uno dei paesi “murati” della Garfagnana Estense "da mantenere in fortezza". Il profondo canyon, tracciato dal fiume Serchio, che separa il colle della Sambuca dalla Capriola del Poggio è superato dall’imponente ponte ferroviario della Villetta, uno degli elementi più caratteristici del paesaggio garfagnino. | ||
Oratorio della Madonna del Ponte e ponte medievale Pontecosi | Pieve Fosciana, Loc. Ponte cella Madonna, 1 - Pontecosi | - | - | - | ||
Ex Convento di Sant'Anna | Pieve Fosciana, Via San Giovanni, 21C | +39 0583 66821 | - | - | ||
Chiesa di San Magno (Pontecosi) | Pieve Fosciana, Piazza del Gelsetto, 2 - Pontecosi | - | - | - | ||
Pieve di San Giovanni Battista | Pieve Fosciana, Via San Giovanni, 31 | - | - | - | ||
Chiesa di Santa Maria Assunta Borsigliana | Piazza al Serchio, Borsigliana | - | - | Borsigliana è un piccolo borgo raccolto a circa 700 metri di quota, nel versante appenninico del fiume Serchio. La sua chiesa, intitolata a Santa Maria Assunta, è una delle più antiche della Garfagnana. Ampliata e modificata nel corso del XVIII secolo, conserva sulla parte sinistra della facciata, tracce della struttura originaria: la lunetta della precedente porta, ora murata, ed un architrave in pietra arenaria scolpita, del XV secolo. L’architrave è diviso in sei sezioni, con al centro la Madonna in trono con Gesù Bambino ed ai lati quattro santi. La figura sulla sinistra potrebbe rappresentare il fedele che lo ha donato. Il santo nell’ultimo riquadro sulla destra, invece, da tutti viene indicato come Sant’Antonio Abate. Il bassorilievo venne alla luce, con la caduta dell’intonaco che lo ricopriva, solo negli anni ’50. Ma l’opera che da sola merita una visita a questa chiesa è il Trittico che si trova dietro l’altare maggiore. Comunemente a Borsigliana l’opera viene chiamata ancona, che deriva dal greco- bizantino eikòna (immagine) ed è stata realizzata nella seconda metà del 1400 dal Maestro di Borsigliana, poi identificato in Pietro da Talada. Nella parte centrale del trittico abbiamo la Madonna seduta con in braccio il Bambino, tra San Prospero sulla sinistra e San Nicola di Bari (con melograno in mano) sulla destra. Nella predella sono rappresentati i dodici Apostoli. In alto, nelle cimase, l’arcangelo Gabriele, Dio Padre, la Vergine Maria al momento dell’annuncio dell’Incarnazione. | Apertura:su prenotazione | |
Santuario della Madonna della Guardia Argegna | Minucciano, Loc. Argegna | +39 0583 611097 | - | Il Santuario della Madonna della Guardia è incastonato nelle verdi praterie dell’altopiano dell’Argegna, poco sopra la Foce dei Carpinelli. Il bianco edificio del santuario, costruito verso la fine dell’800, è meta, ogni anno, di molti pellegrini che venerano la statua della Madonna della Guardia, posta a protezione delle terre di Garfagnana e Lunigiana. Dietro al Santuario la grande campana degli Alpini che qui si ritrovano, insieme ai tanti devoti alla Madonna, l’ultima domenica di agosto per la tradizionale festa dell’Argegna. | ||
Eremo della Beata vergine del Soccorso | Minucciano, Loc. Madonna del soccorso, 2 | +39 0583 610084 | - | L’Eremo della Beata Vergine del Soccorso, chiamato anche Santuario della Madonna del Soccorso, sorge a 2 Km da Minucciano, su un valico che un tempo era luogo di passaggio obbligato per chi voleva, scendendo dalla Garfagnana, raggiungere Pieve San Lorenzo e la Lunigiana. Il santuario è ancora oggi abitato da una piccola comunità di eremiti agostiniani. Il Santuario della Madonna del Soccorso risale al XVIII secolo, e sostituisce un più antico eremo sorto tra il ‘400 e il ‘500, vicino ad una “maestà” oggetto di venerazione da parte della popolazione. Si accede alla chiesa e al romitorio passando per un loggiato con quattro volte a botte con un piccolo giardino adornato da una fontana. Quattro sono le celle dell’eremo dove abitano gli eremiti, poco distante, una foresteria per ospiti in ritiro spirituale. Nel piazzale difronte al Santuario, il piccolo parco delle Statue Steli espone le copie degli esemplari di questi misteriosi menhir opera dei Liguri Apuani, rinvenuti durante la costruzione della strada sottostante. Gli originali si trovano, insieme a molti altri rinvenuti in Lunigiana nel Museo delle Statue Steli del Castello del Piagnaro a Pontremoli. | ||
Pieve San Lorenzo | Minucciano, Pieve San Lorenzo | - | - | Pieve San Lorenzo è il secondo borgo per numero di abitanti del Comune di Minucciano, ospita la stazione ferroviaria di Minucciano-Pieve San Lorenzo-Casola e svolge una funzione baricentrica per le frazioni del versante "lunigianese". Il fondovalle nel quale sorge il paese fu sicuramente abitato dalle popolazioni Ligure ed Apuane che poi, nel II secolo dopo Cristo, dovettero arrendersi agli invasori romani. Elemento centrale e di grande pregio architettonico è sicuramente la Pieve da cui l’abitato prende il nome, costruita attorno all’anno mille, divisa in tre navate e che presenta caratteri tardoromanici con influssi gotici che sono stati definiti di ispirazione lucchese, così come legata alla tradizione lucchese è un’immagine del "Volto Santo", posta nella navata laterale destra. L’altare maggiore è un unico colossale blocco di arenaria e tutta la costruzione è formata da blocchi battuti e lavorati di questa pietra; ai lati presenta strette finestre a feritoia e nella facciata vi si può ammirare una bellissima bifora; le soglie della porta centrale, come pure l’architrave, sono decorate con una pianta rampicante, forse la vite, simbolo cristiano di vita. Di assoluto rilievo è, poi, il campanile ottagonale, un unicum in tutta la Provincia di Lucca. La frazione di Pieve è, inoltre, un centro agricolo orientato principalmente alla coltura dell’olivo ed alla raccolta e lavorazione delle castagne. | ||
Chiesa Vecchia di Gorfigliano | Minucciano, Loc. Chiesa Vecchia - Gorfigliano | +39 0583 610019 | museogorfigliano@gmail.com | Originariamente, il paese di Gorfigliano sorgeva intorno all’antico Castello, chiamato tuttora “Casa”, poco distante dall’attuale nucleo abitato. Il Castello di origine Longobarda si erge su di un colle ad un’altezza di 730 m. s.l.m. dove ancora oggi si trova il vecchio cimitero e il Museo dell’Identità dell’Alta Garfagnana Olimpio Cammelli. Nel corso degli anni ha subito varie ristrutturazioni a partire dalla più antica che risale al 1762 quando la vecchia torre fu trasformata in campanile, fino ad arrivare alla ristrutturazione più’ recente che risale al 1983 quando un gruppo di volontari lavorando nel tempo libero ha ampliato e ristrutturato questo meraviglioso patrimonio. Nel 1999 sono stati condotti sotto la guida del Dott. Juan Antonio Quiros Castillo scavi archeologici che hanno testimoniato l’effettiva antichità della struttura. Il colle fu definitivamente abbandonato nel 1928 principalmente a causa del terremoto del 1920 quando il paese fu trasferito nella parte più’ pianeggiante del territorio. Sette altari di macigno e una statua lignea precedentemente appartenuti alla Chiesa Vecchia o Antico Castello si trovano ora all’interno della parrocchiale dei Santi Giusto e Clemente, patroni del paese | ||
Chiesa di San Jacopo Maggiore | Gallicano, Via San Leonardo da Porto Maurizio | - | - | Nata come chiesa castellana, fu edificata nel XII secolo in stile Romanico. All' interno, a navata unica, si trovano una pregevole Madonna lignea e una pala d'altare in terracotta policroma attribuita alla bottega robbiana. La Madonna col Bambino, scultura proveniente da uno degli oratori del paese, è opera dei primi decenni del XIV secolo e legata all'ambito di Tino di Camaino. La Madonna incoronata tra gli angeli e i Santi, opera da alcuni attribuita a Girolamo o a Luca Della Robbia, è riconducibile alla fine del XV secolo. Il catino absidale affrescato nel 700 con l'Assunzione della Vergine, probabilmente una delle opere più antiche di Giovan Domenico Lombardi, che sarà attivo per le più illustri famiglie lucchesi dell'epoca. | ||
Chiesa di Santa Lucia | Gallicano, | - | - | - | ||
Chiesa di San Pietro ( Lupinaia) | Fosciandora, Lupinaia | - | - | Nella chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo vi è una piletta di marmo per l'Acqua Santa. Il suo fusto, con mascheroni alla sua base, si eleva da un basamento quadrangolare e sostiene una tazza baccellata: da una stima del 1914 fu considerata del 1200 circa, mentre da una successiva (1937) del XVI secolo. Datato 1549 è invece l’altare di tipo ligneo intitolato a San Antonio Abate. A questa chiesa appartiene una croce astile in lamina d’argento, lavorata a sbalzo e bulinata, stimata del XV secolo | ||
Chiesa di San Martino (Treppignana ) | Fosciandora, Treppignana | - | - | La chiesa di San Martino è anch’essa molto antica. Pure questa, nel 1260, per “la Crociata” pagò una decima di 63 Libbre e, come altre chiese, appartenne alla Pievania di Loppia fintanto che, la Pievania, con bolla del 1390 non fu trasferita a Barga. Poi seguì le sorti di quella di Riana. | ||
Santuario di Maria Santissima della Stella (Migliano) | Fosciandora, Loc. Santuario - Migliano | - | - | Il Santuario di Maria Santissima della Stella nei pressi di Migliano, località del Comune di Fosciandora, si trova nominato in una Bolla di Alessandro III del 1167. Lavori di ampliamento e di ristrutturazione vennero effettuati nel 1662 sui ruderi dell’antica chiesa, ma nel 1785 dell’antico Oratorio non era rimasto altro che ruderi e qualche muro perimetrale. Nel 1798, martellando su una parete per costruire una nuova limonaia, tornò alla luce l’affresco della Vergine e così i nuovi proprietari, la famiglia Raffaelli di Fosciandora, decisero di costruire un Santuario che nel luglio 1827 fu inaugurato da Mons. Francesco Maria Zoppi, Vescovo della Diocesi di Massa-Carrara. | ||
Chiesa di San Pellegrinetto (Beata Vergine del Carmelo) | Fabbriche di Vergemoli, Loc. San Pellegrinetto | - | - | La frazione di San Pellegrinetto è la più alta del Comune di Fabbriche di Vergemoli, essendo situata a 953 m sul livello del mare in cui la popolazione è divisa in gruppi di case posizionati in punti elevati o in prossimità di sorgenti d’acqua. In origine l’insieme di questi piccoli gruppi abitativi era chiamato Alpe di Trassilico, forse perché dipendente dalla Parrocchia di quest’ultimo paese ed assunse il nome attuale solo dopo la costruzione della chiesa, iniziata per volontà popolare nel 1680 ed intitolata a San Pellegrino. L’impianto originale dell’edificio era con ogni probabilità a croce latina con l’aula caratterizzata da una volta a botte con lunette e il transetto da crociere. Non sono noti i dettagli degli interventi subiti dalla chiesa nel corso dei secoli, sicuramente nel 1734 l’edificio venne ampliato, probabilmente con l’aggiunta della navata laterale sinistra, e nel 1882 restaurato come testimonia la data incisa sull’architrave della porta di ingresso principale. La chiesa di San Pellegrinetto viene elevata alla funzione di Parrocchia, quindi resa indipendente, solo nel 1947. | ||
Eremo di santa Maria ad Martyres (Calomini) | Fabbriche di Vergemoli, Loc. Eramo di Calomini | +39 331 1457698 | eremocalomini@gmail.com | Sulla strada che costeggia la Turrite di Gallicano, in direzione della Grotta del Vento, appare improvviso, incastonato nella roccia, il bianco santuario dedicato a Santa Maria ad Martyres, da tutti conosciuto come l’Eremita. Situato a ridosso di uno strapiombo e scavato quasi interamente nella roccia, il santuario venne edificato intorno all’anno Mille nel luogo dove si narra dell’apparizione della Madonna. La sacra immagine, abbozzata in una statua di legno di salice, ancora esistente e oggetto di devozione, viene venerata col nome di Madonna della Penna. Il mese di maggio è tradizionalmente dedicato alla Madonna e vede la presenza di tante persone che in pellegrinaggio salgono all’Eremo. La roccia viva è tuttora visibile nel presbiterio e nella sacrestia, mentre la primitiva chiesetta ha subito varie fasi di ampliamento e di arricchimento delle strutture e dei paramenti via via che cresceva la fama e la venerazione della Vergine della Grotta a partire dal XIV secolo. Ai primi del Settecento venne realizzato il doppio colonnato della facciata e allargata la grotta per accogliervi la sacrestia. Gli eremiti di Calomini ne hanno avuto cura per cinque secoli, fino al 1868, poi la custodia è passata ai padri cappuccini di Lucca, poi ad un’altra comunità religiosa e dal 2023 a Fratel Benedetto, monaco eremita cistercense. | ||
Chiesa di San Michele | Castiglione di Garfagnana, | - | - | Le prime notizie della Chiesa di San Michele risalgono al XII secolo. L’edificio venne costruito nei pressi del castello di Castiglione di Garfagnana, in seguito all’incremento demografico e alla crescente importanza politica del borgo. Della struttura originaria rimangono oggi la pianta a croce latina e navata unica con abside semicircolare. La facciata, invece, è frutto di rifacimenti successivi e si presenta in stile tardo-gotico; la ricca decorazione venne ottenuta grazie alla bicromia dei materiali costruttivi utilizzati (pietra grigia e marmo rosso). Inoltre, sul portale d’ingresso spiccano le mensole e la ghiera dell’arco, ornate con motivi vegetali, abbellimenti che ricompaiono nel portale a nord. In età moderna vennero eseguiti nuovi lavori per adattare la chiesa ai canoni estetici e liturgici dell’epoca, fatto che comportò l’apertura sui lati di tre grandi finestre quadrangolari, la ricostruzione dell’abside in forma poligonale e l’edificazione di nuovi altari e della sacrestia. Gli interventi più significativi risalgono tuttavia alla fine del Settecento, periodo in cui fu aggiunto alla facciata un protiro (piccolo portico con copertura spiovente), sorretto da due colonne neoclassiche con capitello corinzio. L’interno ospita alcune opere di pregio, tra cui la tavola raffigurante la Madonna col Bambino di Giuliano di Simone da Lucca del 1389 e un ciborio in marmo, attribuito alla scuola di Matteo Civitali. Interessante anche il crocifisso ligneo a lato dell’altare maggiore proveniente, secondo la tradizione, dall’antica chiesa di San Cristoforo di Verrucchia, un piccolo castello che si trovava nei pressi di Castiglione e che andò distrutto nel XIV secolo. | ||
Chiesa della Corba | Castiglione di Garfagnana, | - | - | Si tratta di una graziosa chiesetta di campagna, poco fuori la cinta muraria del borgo di Castiglione. La chiesa della Corba è citata nella visita pastorale del 1621 dove è chiamata "Santa Maria della Corba", posta a "circa un tiro di moschetto" fuori della cinta del castello. Prima della chiesa sul posto esisteva "una piccola maginetta" (mestaina o Maestà). Durante la visita viene descritto l'interno ritenuto “assai grande e bello con i dipinti dei misteri del Rosario, sull'altare è raffigurata una Madonna protetta da un cristallo ed essendo centro di grande devozione da diversi anni vi si celebra la messa”. Dal libro dei verbali del 1659 della Confraternita del Santissimo Sacramento di Castiglione, risulta che la Chiesa era nel 1545 un oratorio di proprietà privata. Solo nel 1595 passò tra i beni della Confraternita che a proprie spese ampliò la chiesa, successivamente rialzata nel 1642. Il popolo castiglionese pare avesse molta devozione alla Vergine della Corba, tanto che l’affluenza dei fedeli soprattutto nel mese di maggio e di settembre costrinse la Confraternita a costruire un locale per i pellegrini. Il terremoto del 1920 causò numerosi danni alla chiesa tra i quali la deturpazione dell’affresco dipinto su tela che rappresentava la natività. Opera del 1600, ornava l’altare maggiore, nel centro era raffigurata la Vergine col Bambino su di un trono e ai lati San Pietro e San Rocco. A causa dell’umidità, non essendo più riconoscibile il volto dei Santi e della Madonna ne fu eseguita una fedele copia a Firenze. | Apertura:chiusa | |
Chiesa di San Pietro | Castiglione di Garfagnana, Via San Pietro | - | - | La chiesa di San Pietro, costruita ai piedi della Rocca, a quanto si rileva da alcuni documenti, risulta la più antica del paese di Castiglione Garfagnana, addirittura fatta erigere nel 723 da due fratelli longobardi, Aurinand e Gudifrid. Comunque la sua consacrazione è ricordata in un’epigrafe di marmo datata 18 gennaio 1197 da parte del vescovo di Lucca Guido III. Nell'anno 1444 ottiene la fonte battesimale. Il campanile sorge sul torrione omonimo, ai suoi piedi vi era una piccola costruzione che racchiudeva con un arco il sagrato della chiesa formando una piccola piazzetta. Le vicende storiche hanno trasformato l’antico edificio della Chiesa e dell’originale rimangono solo il muro a nord adiacente alla Rocca e parte del muro della facciata. I restauri effettuati negli anni '50/'60 hanno purtroppo deturpato la facciata e il sagrato. All’interno della Chiesa di San Pietro si conservano tre statue lignee raffiguranti San Pietro, San Paolo e la Vergine con Bambino a decorazione dell’altare maggiore, opere di Vincenzo Civitali commissionate nel 1511; un dipinto di San Paolino vescovo di Lucca, e infine un prezioso paliotto in scagliola intarsiata di Carlo Gibertoni presso l’altare laterale della Madonna dei Sette Dolori. | ||
Chiesa di San Michele | Castiglione di Garfagnana, Via Cividali | - | - | L’edificio è di epoca romanica, la facciata ha un ornamento in stile tardo gotico, realizzato in pietra grigia, marmo rosso (proveniente certamente dalle vicine cave di Sasso Rosso). La sua costruzione fu terminata nel 1403 come è ricordato in una lapide collocata all’ interno. Sulla porta principale sono visibili delle figure che potrebbero rappresentare i quattro evangelisti ma possono altresì identificarsi con i simboli etruschi : oca, grifone, croce e furia. Nella chiesa si conserva una preziosa tavola dipinta raffigurante la “Madonna col Bambino” di Giuliano di Simone da Lucca del 1389. Inoltre troviamo un ciborio in marmo attribuito alla scuola di Matteo Civitali e a lato dell’altare maggiore un crocifisso ligneo che sembra provenire dalla distrutta cappella di San Cristoforo in Verrucchia, un piccolo castello nelle vicinanze di Castigione. Fu portato qui, si pensa insieme ad altre opere, dopo la distruzione della piccola fortificazione avvenuta nel 1371. Dal 2014 è possibile visitare un Deposito Museale di Arte Sacra, allestito all'interno dell'Oratorio del Santissimo Sacramento e Santa Croce. Contiene icone, addobbi, strumenti ecclesiastici che hanno caratterizzato la fede del borgo di Castiglione negli utlimi secoli. | ||
Santuario di San Pellegrino in Alpe | Castiglione di Garfagnana, | - | - | Il Santuario di San Pellegrino in Alpe, dedicato a San Pellegrino e San Bianco, è costituito da una chiesa e da un antico hospitale che oggi accoglie il Museo Etnografico Don Luigi Pellegrini. Il Santuario, già citato nel 1168 in una bolla di Papa Alessandro III, non era gestito da monaci ma da conversi e oblati, guidati da un rettore solitamente laico, che accoglievano i viandanti. Nel 1200 si cita una “domus nova” dell’ospedale, forse a seguito dell’arrivo delle reliquie del santo. Attorno al 1400 si provvede al ripristino degli edifici e nel 1473 viene commissionato il tempietto sepolcrale a Matteo Civitali. Nel corso del XVII secolo l’edificio sacro viene nuovamente modificato, il tempietto marmoreo che ora ospita oltre che le reliquie di San Pellegrino anche quelle di San Bianco (probabilmente un converso) viene murato nel coro. Nel XVI secolo la fama di San Pellegrino e del suo monumento erano di richiamo per una moltitudine di persone, tanto che fu diffuso a stampa anche un testo leggendario sulla vita e sui miracoli del santo. La fantasia popolare elabora una vita leggendaria di San Pellegrino, diffusa in ogni luogo dai conversi che ancora si recano alla questua per i poveri. San Pellegrino, si narra, è il figlio del re di Scozia Romano e di sua moglie Plantula. Compie prodigi fin dal giorno in cui è battezzato. Trascorsa una fanciullezza di penitenza, rinuncia alla successione del regno s’incammina verso la Terra Santa, accompagnato da una banda di ladri che aveva miracolosamente convertito. Tornato in Italia, giunge sui monti di San Pellegrino dove prende per abitazione una caverna, qui è visitato dagli animali selvatici, che gli diventano amici. Passati molti anni, vede un luogo adatto alla penitenza e vi si reca, rifugiandosi dentro un albero cavo. Arrivato all’età di oltre 97 anni San Pellegrino scrive in una corteccia d’albero la sua vita, e poi muore. Due coniugi modenesi, avvertiti in sogno da un angelo, ritrovano il suo corpo come fosse vivo, custodito da gran moltitudine di animali. Accorrono sul luogo vescovi e popolazioni della Toscana e dell’Emilia e sorge una disputa fra gli emiliani che vorrebbero portare il Santo in pianura ed i toscani che lo rivendicano, essendo morto nei loro confini, viene posta la salma su di un feretro tirato da due torelli indomiti, uno toscano ed uno emiliano, che si fermano sul luogo detto “termen Salon”. Qui sorge una basilica in onore di San Pellegrino, la cui dedicazione avviene il 1° agosto dell’anno 643. Molti miracoli avvengono in questo luogo, che viene onorato da papi ed imperatori. Sorge poi un ospizio per accogliere coloro che accorrevano a venerare il Santo. Fin qui la leggenda. In realtà si ritiene che l’ospizio di San Pellegrino abbia preso il titolo da San Pellegrino d’Auxerre, un santo vescovo francese, al quale furono intitolati nel Medio Evo molti ospitaletti sorti per carità cristiana lungo le grandi linee di comunicazione italiane. Resta aperto il problema delle reliquie del Santo, delle quali si ha notizia solo a partire dalla seconda metà del secolo XIII. | ||
Sacrario dei Caduti di tutte le Guerre (Croce di Stazzana) | Castelnuovo di Garfagnana, Colle dei Prunacci -Croce di Stazzana | - | - | Progettato da due architetti fiorentini, Giorgio Merlini e Luigi De Filla, il Sacrario,inaugurato il 3 luglio 1966, alla presenza delle più alte cariche civili, militari e religiose della Garfagnana e del Governo, sorge sul Colle dei Prunacci a 885 mt.slm. in una posizione panoramica unica. “Ai caduti della Garfagnana”, recita la scritta sulla pietra, quattro semplici parole per ricordare alle generazioni future il tributo di vite pagato durante le guerre combattute nel Novecento: non solo i due conflitti mondiali, ma anche le imprese coloniali in terra africana entrate prepotentemente nelle vite di centinaia di famiglie. | ||
Convento di San Giuseppe (dei Cappuccini) | Castelnuovo di Garfagnana, | - | - | Per volere del duca Francesco I d'Este e di suo padre Alfonso III, diventato cappuccino col nome di padre Giambattista, nel 1634 venne fondato il Convento di San Giuseppe, più noto come "dei Cappuccini", che in quasi quattro anni fu quasi completato assieme alla chiesa. Delle tele commissionate a Guido Reni (Sposalizio della Vergine), al Guercino (San Francesco che riceve le stimmate), ad Annibale Carracci (Riposo in Egitto), nessuna è più in loco. Qualche decennio dopo si provvide a rintonacare la facciata della chiesa, cui si accedeva da una scalinata a doppia rampa, e a demolire il portico davanti al portale del convento. Il complesso, soppresso e depredato durante il governo Cisalpino, dopo alterne vicende è stato restaurato. | ||
Chiesa della Madonna del Ponte | Castelnuovo di Garfagnana, Loc. Madonna | - | - | L’oratorio della Madonna del Ponte è stato costruito tra il 1602 e il 1603 per tenere fede ad una grazia ricevuta. Prende il nome dall’attiguo ponte della Calcinaia, costruito nel 1453 da Borso d’Este nel punto in cui l’importante via medioevale, che da Lucca raggiungeva Gallicano e Cascio, scendeva da Monte Perpoli e attraversava il fiume Turrite Secca per raggiungere il centro di Castelnuovo. Il piccolo edificio di culto a pianta rettangolare presenta un soffitto affrescato di particolare conformazione: una volta a botte ricca di lunette interrotta al centro da una cupola ellittica. L’edificio non subisce particolari cambiamenti fino al secolo XIX quando viene smantellata la vela campanaria sul tetto e costruito un piccolo campanile a pianta quadrata adiacente all’oratorio dal lato sinistro della facciata. Nell’ambito dello stesso intervento vengono tamponate alcune finestre del fronte principale e rifatto il rivestimento in intonaco dello stesso. Come testimoniato da una lapide marmorea appesa in controfacciata nel 1955 l’oratorio è stato restaurato a cura di un privato. | ||
Duomo dei SS Pietro e Paolo | Castelnuovo di Garfagnana, Piazza Duomo 7 | +39 05283 62170 | - | Il Duomo venne riedificato nella seconda metà del XV secolo in forme rinascimentali su un precedente nucleo romanico risalente all'XI secolo, di cui ci sono tracce sul fianco sinistro. In età barocca l'interno fu oggetto di profondi cambiamenti, con l'aggiunta di nove altari, con lo sfarzo decorativo tipico dell'epoca. È stato restaurato dopo i danni prodotti dall'ultima guerra. La severa struttura in pietra grigia locale rappresenta una significativa testimonianza della diffusione, anche in territori non fiorentini, del Rinascimento nelle sue forme tardobrunelleschiane. La facciata rinascimentale, presenta tre portali ed è scompartita da quattro lesene sorreggenti un semplice frontone. La vasta parte absidale dell'edificio venne completamente ristrutturata nel XIX secolo. Nell'interno a tre navate divise da colonne in pietra, si conserva un Crocifisso ligneo del XV secolo, detto il Cristo nero, scampato all'incendio che colpì la sacrestia nel 1977 e conservato nella cappella di San Giuseppe, al lato dell'abside. Vi sono inoltre una terracotta invetriata del XV secolo con San Giuseppe della bottega di Andrea della Robbia (1510-1520 circa), un'Assunzione tardocinquecentesca attribuita a Santi di Tito, una cornice marmorea della bottega del Civitali (fine del XV secolo, contenente una Pentecoste), una tela raffigurante la Madonna col Bambino e santi, attribuita a Giuseppe Porta detto il Salviatino o, più recentemente, a Giovanni Antonio Sogliani. | ||
borgo di Careggine e la Pieve di San Pietro | Careggine, | - | - | L'altopiano su cui sorge il paese rappresenta una delle più belle terrazze panoramiche dell'intera Garfagnana. Da qui lo sguardo spazia dal Sumbra al Pisanino, fino ai crinali dell’Appennino. Il borgo è raccolto attorno alla Pieve di San Pietro che conserva ancora l'originario impianto medievale e quasi nasconde, alla base del campanile, una pietra di epoca longobarda. Le figure incise, un uomo e una donna , entrambi armati, tenendosi per mano raccontano ancora oggi il coraggio delle popolazioni apuane. La Big Bench,ovvero la grande panchina gialla dove tutti tornano un po’ bambini, si raggiunge con una facile passeggiata che tocca anche Bosa, la geopark farm del Parco delle Alpi Apuane. | ||
Chiesa di Santa Maria Assunta (Vitoio) | Camporgiano, Vitoio | - | - | Vitoio, piccola frazione del comune di Camporgiano, vanta una delle chiese più antiche dell’intera Garfagnana. Già in una carta del 6 dicembre 795 si parla di un oratorio di Santa Maria donato da un certo Totone a Giovanni Vescovo di Lucca. La chiesa, a navata unica, presenta un soffitto a cassettoni del tardo cinquecento, recentemente restaurato, e arredi di pregio come il ciborio in legno intagliato e dorato di inizio Seicento, l’ancona quattrocentesca con i Santi Antonio da Padova, Pietro, Giovanni, Domenico, attribuita al "maestro di Borsigliana", Pietro da Talada, con al centro la statua in marmo civitalesca della Madonna col Bambino dell'inizio del XVI secolo. | Camporgiano | |
Oratorio di San Biagio (Poggio) | Camporgiano, località San Biagio - Poggio | - | - | La Chiesa romanica di San Biagio è una delle più antiche della Garfagnana. L’ingresso è caratterizzato da cornici di arenaria e il portone è in legno di castagno. Un muro in pietra circonda il piccolo sagrato All’interno si trova un’acquasantiera con vasca battesimale in marmo bianco del sec XVI. le prime notizie risalgono al 995, quando appare come pieve col titolo di S. Terenzio di Villa Roggiana, ed il suo territorio si estendeva da Careggine a Roggio. | - | Apertura:solo in occasione di eventi |
Santuario della Madonna della Solca (46022) | Pescaglia, | - | - | Il piccolo santuario, situato in un luogo isolato, conserva al suo interno un quadro della Vergine che è una copia della Madonna del Sasso di Lucca. La venerazione della Madonna della Solca si mantenne talmente vivace lungo tutto il XVIII e XIX secolo che il Vescovo di Lucca Monsignor Nicola Ghirardi, la definì “santuario” nella visita pastorale del 12 aprile 1877. | - | |
Pieve di San Giovanni Battista (Monsagrati) | Pescaglia, | - | - | Di aspetto romanico, la chiesa fu costruita sul colle di Cerreto nel 1102 in sostituzione della pieve longobarda di Santa Reparata. La facciata e l’abside sono in stile romanico. Fu restaurata nel 1496 e conserva lunghi tratti di mura che permettono di individuarne l’originario perimetro. | - | |
Oratorio di San Michele (Colognora Val di Roggio) | Pescaglia, | - | - | La chiesa sorgeva in una zona strategicamente importante, nei pressi di un castello che dominava la Val Pedogna e le prime documentazioni risalgono al 1048. Se i documenti ci riferiscono che tra il 1125 e il 1182 una frana trascinò via il castello, la chiesa presenta ancora oggi i tratti caratteristici dell’architettura romanica rurale, con una sola navata ed abside orientata. Il paramento murario in conci regolari di pietra è interrotto da strette monofore e sulla facciata c’è un’apertura circolare. Sul lato destro s’innalza il campanile, di epoca successiva. | - | |
Chiesa di Santa Maria Assunta (Loppeglia) | Pescaglia, | - | - | La data 1322 incisa su una lastra a destra della porta di ingresso probabilmente coincide con quella della fondazione della chiesa alla quale, nel Settecento, è stata addossata una cappellina destinata anche a uso cimiteriale. Mentre la facciata conserva il paramento antico a bozze di pietra, l’interno, a una navata, rispecchia il restauro e l’ampliamento avvenuti nel 1823. | - | |
Chiesa di San Pietro Apostolo (Fiano) | Pescaglia, | - | - | Una chiesa a Fiano esiste almeno dal 983 ed era a ridosso di un castello usato per le segnalazioni strategiche. Sulle rovine dell’antica chiesa fu edificata quella attuale tra il 1912 e il 1923. L’edificio è a navata unica, con transetto e croce latina. Il campanile è antico e la sua parte inferiore è medievale. Nella chiesa è sepolto don Aldo Mei, vittima del nazifascismo. | - | |
Chiesa di San Martino in Freddana | Pescaglia, | - | - | La chiesa parrocchiale, un tempo piccola, fu ricostruita nel 1904 in un vivace stile eclettico, con l’eccezione del campanile romanico originale. | - | |
Chiesa dei SS Michele e Caterina (Colognora di 46022) | Pescaglia, | - | - | Nel 1457 il vescovo diede il permesso per la costruzione di una piccola cappella più vicina al paese di Colognora rispetto alla chiesa di San Michele a Castello. Di questa cappella, costruita all’interno dell’abitato, non conosciamo le originarie fattezze, ma verso la metà del ‘500 l’oratorio fu ampliato a tre navate poggianti su colonne in arenaria locale. Del 1563 è l’affidamento, al pittore modenese Simone Carretta, dell’esecuzione del grande dipinto raffigurante la Vergine con il Bambino nell’atto di compiere il mistico sposalizio con Santa Caterina di Alessandria, ancora oggi visibile sull’altare maggiore. | - | |
Chiesa dei Santi Pietro e Paolo | Pescaglia, | - | - | Il restauro della chiesa risale al XVI secolo, ingrandita poi notevolmente nel 1673, con la navata sinistra aggiunta nel 1773 come ricorda una lapide murata sul retro della chiesa. | - | |
Chiesa dei Santi Ippolito e Cassiano | Pescaglia, | - | - | Fra il XI e il XII secolo gli abitanti riedificarono la chiesa primitiva sorta circa sei secoli prima, ampliandola e rivestendola con bozze di pietra calcarea. Dotata sin dal 1387 di fonte battesimale, subì altre trasformazioni fino ad arrivare a quella radicale del 1620. | - | |
Romitorio Sant' Ansano (Lucignana) | Coreglia Antelminelli, | - | - | Questa antica chiesa, di origine sconosciuta, sorge su un colle poco distante da Lucignana, immersa in un bosco di lecci. Già esistente nel 1000, all’inizio era conosciuta con il nome di “Rocca Pettorita”, per la rocca di segnalazione che vi fu edificata nei pressi e che in epoca medievale venne abbandonata o distrutta. La piccola chiesa intorno al XII secolo fu trasformata in oratorio e gli fu aggiunto un portico. Nel XIV secolo la sua canonica fu adibita a Romitorio, andando a ospitare un eremita custode della chiesa e del terreno annesso. I due sentieri che permettono di raggiungerlo (con rispettivamente 10 e 20 minuti di camminata) offrono al visitatore due percorsi suggestivi, immersi nel verde. | - | |
Pieve di San Martino | Coreglia Antelminelli, | - | - | Questo edificio non ha mantenuto la sua forma originaria e, guardandolo oggi, ci offre una complessa sequenza di fasi costruttive che nei secoli si sono susseguite. Il nucleo centrale di questa chiesa potrebbe risalire al IX secolo. Essa è divisa in tre navate, gli archi sono sostenuti da pilastri cilindrici sulla cui sommità poggiano capitelli di tipo cubico. Del campanile medievale oggi non restano tracce. | - | |
Oratorio di Sant'Antonio Abate (Ghivizzano) | Coreglia Antelminelli, | - | - | La chiesa anticamente risulta dedicata a San Matteo, come si legge da un atto di collazione del 28 giugno 1357. In una visita del 1660 del Cardinale Bonvisi la troviamo dedicata, come lo è tuttora, a Sant’Antonio. All’interno due fonti battesimali di pregevole fattura: il primo, in marmo di forma ottagonale con un coperchio in legno, è databile intorno al secolo XV – XVI e le otto specchiature sono decorate con piccoli e graziosi bassorilievi, fra cui è riconoscibile lo stemma dell’antica famiglia Nuti. | - | |
Oratorio della Madonna della Neve (Ghivizzano) | Coreglia Antelminelli, | - | - | Questo grazioso oratorio, la cui facciata principale è protetta da un elegante portico, si trova lungo una strada che dal piano di Ghivizzano conduce alla Rocca, precisamente in località Pianezzori. | - | |
Chiesa Santa Maria Assunta (Tereglio) | Coreglia Antelminelli, | - | - | Le origini della chiesa risalgono al XIII secolo. Vari frammenti lapidei, murati sulla facciata e sul lato sinistro della chiesa, danno questa certezza, assieme a una lapide nella quale, fra l’altro, si legge la data del 1277. L’aspetto attuale della chiesa è quello che deriva dagli ultimi interventi sostanziali avvenuti tra il 1841 e il 1849. L’interno della chiesa, una fra le più belle del comune di Coreglia, è a tre navate divisa da archi a tutto sesto che poggiano su colonne di stile toscano ed è caratterizzato, nella navata centrale, da un pregevole soffitto ligneo intagliato colorito a noce e verniciato ad olio. L’altare barocco è impreziosito da marmi colorati ed è sormontato da una croce dipinta su tavola, detto Crocifisso di Berlinghiero, senza dubbio l’oggetto di maggior valore di questa chiesa. | - | |
Chiesa di San Silvestro (Vitiana) | Coreglia Antelminelli, | - | - | L’architrave sulla porta d’ingresso riporta il monogramma IHS, racchiuso da una corona di verzura, da cui si dipartono due nastri svolazzanti con, ai due estremi, lo stemma della comunità di Vitiana da una parte e lo stemma della città di Lucca dall’altra. L’interno è a tre navate con tre altari. | - | |
Chiesa di San Michele Arcangelo | Coreglia Antelminelli, | - | - | Fu probabilmente costruita nel secolo XII ed ebbe inizialmente le funzioni di chiesa castellana: si trova infatti all’interno della fortezza e addossata alle mura. Nel XIV secolo venne costruita all’interno una cappella che servì da fonte battesimale, ora conosciuta come Cappella di San Filippo. Le maggiori trasformazioni che questa chiesa ha subito sono del secolo XIX e consistono principalmente nel rialzamento del soffitto, nella chiusura della porta presbiteriale e nella costruzione della nuova abside sopra i resti di un antico torrione. All’interno l’ambone pre romanico che raffigura una mucca sembra essere uno dei più antichi sostegni di pulpito dell’intera valle del Serchio. Nella cappella del Sacro Cuore è degno di attenzione un tabernacolo di scuola del Civitali (secolo XVI). | - | |
Chiesa di San Leonardo (Calavorno) | Coreglia Antelminelli, | - | - | Le origini antiche della chiesa sono testimoniate da una pergamena datata 1187 custodita nell’Archivio dell’Arcidiocesi di Lucca, in cui è citata come cappella a servizio dell’Ospedale di Calavorno con la dedicazione a San Nicolai. Nella prima metà del 1900, nasce la necessità di disporre di un edificio di culto di dimensioni maggiori. Nel 1935 iniziano quindi i lavori per l’ampliamento della chiesa, in particolare per l’allungamento della navata di circa cinque metri con conseguente demolizione del fronte principale storico. | - | |
Chiesa di San Cassiano (Gromignana) | Coreglia Antelminelli, | - | - | Le prime notizie di questa chiesa risalgono al 1463. Nella facciata, sopra la porta centrale, c’è un oculo con la vetrata che rappresenta San Cassiano. Il campanile fu costruito nel 1873. | - | |
Chiesa del Sacro Cuore (Ghivizzano) | Coreglia Antelminelli, | - | - | Fu costruita per esigenze pratiche e per comodità degli abitanti di Ghivizzano basso, fu inaugurata nel gennaio del 1931 e dedicata al Sacro Cuore di Gesù. Con un decreto, rinvenuto negli atti della segreteria vescovile, l’allora arcivescovo mons. Torrini, all’atto dell’inaugurazione, dettava alcune regole tra cui il divieto di suonare le campane al di fuori degli atti di culto. Questa regola si riferisce indubbiamente all’abitudine che era venuta a crearsi nel paese di Ghivizzano, di accogliere con il suono delle campane gli emigranti che facevano ritorno a casa. | - | |
Chiesa dei SS Pietro e Paolo (Ghivizzano) | Coreglia Antelminelli, | - | - | La Parrocchiale di Ghivizzano, oggi dedicata ai Santi Pietro e Paolo, sorge con il suo maestoso campanile nella parte più elevata del paese all’interno del perimetro dell’antica fortezza. Questa posizione ci fa pensare che il nucleo primitivo di questo sacro edificio sia stato quello di una semplice chiesa castellana, cioè di una chiesa a servizio esclusivo del signorotto e della sua piccola corte. Il minuscolo sagrato della chiesa si raggiunge per mezzo di una ripida scalinata di pietra, da cui si gode un magnifico spettacolo delle Alpi Apuane. Il campanile è posto a fianco del lato di mezzogiorno e l’interno della chiesa è a navata unica con volta a botte. | - | |
Chiesa dei Santi Lorenzo e Lazzaro (Piano di Coreglia) | Coreglia Antelminelli, | - | - | La chiesa parrocchiale di Piano di Coreglia sembra abbia origini antiche: si parla dell’esistenza, non verificata, di documenti risalenti al XIII secolo in cui l’edificio viene definito più piccolo di quello odierno. Pare che la chiesa sorga dove aveva sede l’antico ospedale. Nel 1900 iniziano i lavori per il considerevole ampliamento dell’edificio. Al termine dell’intervento la chiesa si presenta con pianta a croce latina coperta con volte a botte con lunette, cupola centrale e abside semicircolare; all’esterno tutti i fronti sono intonacati compresa la facciata a salienti. L’aspetto esterno della facciata della chiesa, in stile neogotico, stride con l’elegante geometria del vecchio campanile romanico. Resti dell’antica muratura medioevale sono ancora visibili sul muro esterno di destra guardando la chiesa. | - | |
Romitorio di San Bartolomeo (Cune) | Borgo a Mozzano, | - | - | Piccola chiesa a navata unica con abside sorta in un secolare bosco di lecci nei pressi dell’antica Fortezza del Bargiglio, abbattuta nel 1373. Davanti alla facciata della chiesa sorge ancora oggi la massiccia torre campanaria condotta con una muratura più rustica rispetto a quella della chiesa.Piccola chiesa a navata unica con abside sorta in un secolare bosco di lecci nei pressi dell’antica Fortezza del Bargiglio, abbattuta nel 1373. Davanti alla facciata della chiesa sorge ancora oggi la massiccia torre campanaria condotta con una muratura più rustica rispetto a quella della chiesa. | - | |
Pieve di Santa Maria Assunta (Diecimo) | Borgo a Mozzano, | - | - | Sembra che l’edificio sul quale è stata edificata la chiesa sia molto antico a giudicare dai numerosi reperti di epoca romana, riutilizzati nella successiva costruzione della pieve. Il primo documento che la menziona è del X secolo e ci svela che la chiesa era dedicata, oltre che alla Vergine, anche a San Gervasio. La lettura delle murature evidenzia diverse fasi costruttive. All'interno l’edificio fu organizzato in tre navate divise da pilastri bicromi e dotato di fonte battesimale e ambone-pulpito. Il fonte battesimale attualmente è stato sistemato sulla destra all'ingresso e i resti dell'ambone-pulpito, consistenti in due leoni stilofori e da una scultura del profeta Isaia, si trovano alla sommità della scalinata che porta all’altare. Nel XVII secolo sono stati realizzati gli scranni lignei dell’abside ancora ben conservati. | - | |
Pieve di San Martino in Greppo (Diecimo) | Borgo a Mozzano, | - | - | La prima notizia sull'oratorio di San Martino in Greppo risale all'anno 979, mentre al 1205 è documentata per la prima volta la presenza di un “Hospitale” posto nelle vicinanze della piccola chiesa e destinato ai viandanti che percorrevano la valle del Serchio. Nonostante oggi siano quasi completamente scomparse le tracce di quello che un tempo era il complesso, l’oratorio ne testimonia ancora la notevole qualità sia nei materiali che nella tecnica costruttiva. Questo si nota in particolare nell’abside dove i grandi blocchi in calcare bianco, montati “a filaretto”, sono regolari e messi in opera da maestranze molto qualificate. La pianta, ad aula unica rettangolare e abside semicircolare, è orientata secondo l'asse est-ovest. La facciata rivolta verso il colle è seminascosta dai ruderi dell'antica struttura e ha subito vari rimaneggiamenti. L'arco absidale è caratterizzato dall'alternanza di conci in pietra bianchi e neri. Il soffitto dell'aula è ordito con capriate lignee, travi e travicelli. | - | |
Oratorio della Madonna dei Ferri | Borgo a Mozzano, | - | - | La chiesetta è denominata “Madonna dei Ferri” perché per un certo periodo fu protetta da una cancellata, poi demolita. L’attuale edificio fu costruito intorno al 1597 per accogliere un’immagine “a fresco” della Madonna delle Grazie (patrona del Comune di 46004 dal 1954) che decorava un piccolo oratorio. Da allora si celebra la festa della “Madonna dei Ferri” il secondo lunedì dopo Pasqua con una solenne processione che parte dalla Chiesa di San Iacopo e raggiunge l’oratorio in ricordo di quell’avvenimento. | - | |
Convento di san Francesco | Borgo a Mozzano, | - | - | Il complesso della chiesa e del convento di San Francesco risale al 1523, quando i Frati Minori Osservanti di San Francesco fondarono il primo nucleo del convento. Passato di mano dagli Osservanti ai Riformati, vi fu aggiunta dal 1526 la chiesa, consacrata al culto del Santo di Assisi. Un portico con doppio loggiato consente l'accesso alla cappella di Santa Elisabetta e alla chiesa ad una navata. L'altare maggiore, sostituito al precedente nel 1726, recava al centro la statua marmorea raffigurante San Francesco dello scultore Pompeo Franchi, ora posta all’esterno. | - | |
Chiesetta di San Nicolao detta di “Ciopi” (Valdottavo) | Borgo a Mozzano, | - | - | Nel centro di Valdottavo c’è una piccola chiesa intitolata a San Nicolao e conosciuta da tutti come la chiesetta di Ciopi dal nome con cui era conosciuto l’ultimo proprietario della villa a cui apparteneva l’edifico sacro. La minuscola chiesa, consacrata il 6 dicembre 1760, presenta sulla facciata un piccolo campanile a vela con una campanella. Oggi la chiesa è di proprietà della famiglia Grando Buonaguidi ed è aperta al pubblico solo su richiesta. | - | |
Chiesa di Santa Maria Assunta (loc. la Rocca) | Borgo a Mozzano, | - | - | L’esistenza della chiesa è confermata nel XII secolo. La chiesa fu edificata molto probabilmente a una sola navata alla fine dell’XI secolo e in seguito ampliata a tre navate. Sulla facciata è conservato un bassorilievo di marmo che rappresenta la lapidazione di Santo Stefano. All'interno, sopra l’altare maggiore, si trova una tela di scuola cortonesca del XVIII secolo raffigurante Santa Maria Assunta e altre due altre tele dello stesso pittore ai due lati del presbiterio. Sono inoltre presenti altri arredi sacri databili al XV secolo come un’acquasantiera di marmo della scuola scultorea di Matteo Civitali e una croce in lamina d'argento su legno. Dalla chiesa si accede direttamente alla canonica, che fu probabilmente sede dei castellani. Nella grande cucina è presente un focolare in pietra datato 1503. All'interno della chiesa si trova anche una copia autentificata della Sacra Sindone. | - | |
Chiesa di San Rocco (Valdottavo) | Borgo a Mozzano, | - | - | La chiesa, di antico impianto, ma ricostruita nel XIX secolo, ha una pianta ad aula unica, con abside semicircolare e copertura a capanna. La facciata è in calcare bianco con il portale d’ingresso, racchiuso in una cornice dai motivi geometrici, e un ampio rosone vetrato circolare in alto. | - | |
Chiesa di San Lorenzo (Domazzano) | Borgo a Mozzano, | - | - | La parrocchiale di San Lorenzo sorge su uno sperone di roccia calcarea sul versante sud del monte Elto. La chiesa si è conservata quasi intatta fino al 1890, anno in cui fu decisa la demolizione dell’abside per consentire il prolungamento dell’aula a navata unica; fu inoltre modificata la copertura della torre campanaria con la sostituzione di quella originale a capanna con una a terrazza con balaustra in colonnini di cemento. Nonostante la chiesa abbia subito pesanti rimaneggiamenti, non ha comunque perso i tratti salienti originari dell’impianto databile intorno al X secolo. Nella parte superiore della facciata si trova un’apertura a croce, anch’essa tipica delle più antiche architetture religiose romaniche. | - | |
Chiesa di San Jacopo | Borgo a Mozzano, | - | - | Le origini della chiesa di 46004, dedicata a San Iacopo, sono da collocare con ogni probabilità in mezzo ai secoli XI-XII. L’edificio odierno risale però agli anni compresi tra il 1604 e il 1616, quando la chiesa di San Iacopo viene completamente ricostruita sulle fondamenta di quella originaria. I lavori per la costruzione del nuovo edificio a tre navate si prolungarono per molti anni a causa della difficoltà nel trasporto delle colonne in pietra serena che dovevano essere poggiate sui resti degli antichi muri laterali in modo tale da poter conservare l’antica travatura del tetto. La torre campanaria è antica: in relazione alle caratteristiche dimensionali, con ogni probabilità fu costruita come torre di avvistamento e successivamente convertita a campanile della chiesa originaria. In seguito all’ampliamento seicentesco, il campanile occupa la prima campata della navata laterale Nord. All’interno si trova la bella statua robbiana, attribuita ad Andrea della Robbia, raffigurante Santa Maria Maddalena. | - | |
Chiesa di San Giovanni Battista (Cerreto) | Borgo a Mozzano, | - | - | La chiesa attuale fu costruita intorno al 1660 in sostituzione di una chiesetta preesistente. Entrando, sulla sinistra si trova il fonte battesimale recante un dipinto a tempera di Pellegrino Lamberti. Ne è oggetto il Battista sulle rive del Giordano, e l’opera di fine ‘700 è dovuta alla bottega Crudeli. Segue l’altare dedicato a Santa Gemma Galgani (1954). Sull’altare della Madonna del Rosario c’è la preziosa statua lignea del XV secolo, recentemente restaurata, attribuita alla scuola di Jacopo della Quercia. | - | |
Chiesa di San Donato (Domazzano) | Borgo a Mozzano, | - | - | Il borgo di Domazzano conserva due chiese del periodo romanico, San Lorenzo e San Donato, coeve nella costruzione, simili nelle forme e sicuramente eseguite dalle stesse maestranze. | - | |
Chiesa dei Santi Pietro e Paolo Apostoli (Valdottavo) | Borgo a Mozzano, | - | - | La chiesa è ricordata per la prima volta nel 1032, probabilmente però esisteva già come chiesa abbaziale di un piccolo monastero dedicato al Salvatore, di cui si ha notizia intorno all'anno 752. La costruzione attuale è del tardo XI secolo e degli inizi del successivo. La facciata, inquadrata da due paraste angolari, è percorsa orizzontalmente da una cornice che la spartisce in due parti. La chiesa conserva un San Rocco di Antonio Luchi (XVII secolo), un'Assunzione seicentesca e una Madonna con i Santi Francesco e Antonio del 1716. | - | |
Chiesa dei Santi Giusto e Clemente (Partigliano) | Borgo a Mozzano, | - | - | Dell’antica chiesa resta qualche traccia in quella attuale, che si presenta ad una navata e con abside rettangolare. Il campanile antico, non più leggibile nella sua struttura originaria a causa dei danni subiti nel terremoto del 1920, è parzialmente inserito nella facciata della chiesa dove si trova anche un grande loggiato che poggia su archi di cotto antico. Fra le opere contenute all’interno, è degno di nota il gruppo ligneo dell’Annunciazione perlopiù attribuito allo sconosciuto Maestro di Partigliano attivo tra la fine del Trecento e l’inizio del Quattrocento, molto probabilmente artefice anche dell’Angelo annunciante per la chiesa lucchese dei Santi Paolino e Donato. | - | |
Cappella di San Giovanni Leonardi (Diecimo) | Borgo a Mozzano, | - | - | La Cappellina è dedicata a San Giovanni Leonardi e si trova nella sua casa Natale a Diecimo. Il Santo Patrono dei Farmacisti vi nacque nel 1541. | - | |
Cappella della Madonna di Mao | Borgo a Mozzano, | - | - | La cappellina custodisce una statua della "Madonna di Lourdes" in gesso e quella di Bernardette in preghiera. Secondo una nota dell'Istituto Storico locale la chiesetta, secondo la tradizione popolare, sarebbe stata costruita nella seconda metà del 1800 da un componente della famiglia "Mao", cognome che appare negli estimi del 1600 quando si cita la vendita di una casa in piazza del mercato a 46004. La cappella sarebbe pertanto un ex voto per un miracoloso salvataggio di un componente di quella famiglia, caduto nelle acque del Serchio all'altezza della località "grotte bianche", dove appunto è stata costruita la chiesetta. Lo strano orientamento della cappella, con la facciata quasi incassata nel muro di sostegno della ferrovia, testimonia la costruzione antecedente a quella del tratto di ferrovia, avvenuto nel 1898. Nel 1948 una pastorella del luogo vide la statua muovere gli occhi. La notizia si sparse e una miriade di persone ogni giorno andava sperando di assistere al prodigio. | - | |
Antica Pieve di Cerreto (Cerreto Alto) | Borgo a Mozzano, | - | - | L'Antica Pieve di Cerreto è una chiesa romanica del 995 d.C.. È circondata da alcune case, resti di un paese fortificato che fu distrutto nel 1227 dai lucchesi perché i Suffredinghi si erano alleati con i pisani. La chiesa ha un bellissimo abside con archetti pensili e tre aperture a feritoia sormontate da sculture simboliche. Di notevole interesse è il fonte battesimale. | - | |
Pieve di Santa Maria Assunta (Loppia) | Barga, | - | - | La chiesa fu, con molta probabilità, costruita nel VI secolo durante la riorganizzazione territoriale attuata dal vescovo e santo Frediano. Nel 1058 il vescovo di Lucca Anselmo da Baggio, che diverrà futuro Papa Alessandro II, venne a Loppia a consacrare la struttura dopo un'attività di ricostruzione e ampliamento. Immersa nella campagna, la pieve si presenta libera su tutti i lati e si raggiunge dalla strada principale voltando a sinistra lungo una piccola via lastricata che sale fino al sagrato. La facciata, seguendo l’inclinazione del declivio, risulta asimmetrica, con il lato destro maggiore rispetto al sinistro. Il profilo del prospetto principale è a salienti e ricalca le articolazioni dei volumi interni della chiesa a tre navate. | - | |
Oratorio di San Paolino (Renaio) | Barga, | - | - | La chiesa fu costruita nel 1771 ed è a navata unica priva di transetto. La faccia a capanna presenta una loggia a tre fornici che introduce alla piccola chiesa | - | |
Oratorio di San Nicolao (Filecchio) | Barga, | - | - | La chiesa di San Nicolao sorge vicino all'omonima via del paese di Filecchio, su un piccolo poggio. La facciata principale è delimitata lateralmente da due pilastri angolari e conclusa al vertice da un tetto a capanna: al centro si apre il portale principale affiancato da due basse finestre quadrangolari, mentre nella parte superiore del prospetto, in asse con l'ingresso, si inserisce un piccolo oculo vetrato. Entrambi i prospetti laterali presentano due finestre rettangolari per lato. | - | |
Duomo di San Cristoforo | Barga, | - | - | La chiesa è stata edificata in tempi diversi, a partire dall'anno 1000. Negli ampliamenti successivi si ritrovano elementi architettonici e decorativi sia romanici che gotici. Il rivestimento esterno dell'attuale facciata è stato realizzato con bozze di pietra detta Alberese di 46003. La porta maggiore è sovrastata da un arco scolpito a foglie di acanto con un architrave a bassorilievo che raffigura una scena di vendemmia. Ai lati della porta ci sono due colonne, con due leoni alle loro sommità come simbolo della forza della fede. La porta laterale è sovrastata da un bassorilievo attribuito allo scultore romanico Biduino (XII secolo) che raffigura il Miracolo dello "Scifo d'Oro" di San Nicola. L'interno è a tre navate e presenta trasversalmente uno sbarramento marmoreo formato da lastre di marmo rosso riquadrate da marmo bianco decorato, al quale si appoggia il pulpito marmoreo, opera dei maestri comacini (XIII secolo). Nell'abside, dentro una nicchia, è collocata la statua lignea policroma di San Cristoforo, del IX secolo. Tra il XVI e XVII secolo ci fu un aumento sostanziale nel numero di altari presenti nella chiesa, arrivando nel XVIII secolo a un totale di quattordici. Nel corso dei secoli il complesso fu restaurato più e più volte: l’ultimo grande intervento fu quello seguito al devastante terremoto che nel 1920 colpì l’area. Sullo stipite destro della porta principale, in alto, è possibile scorgere uno strano messaggio a tutt’oggi indecifrato. | - | |
Chiesa e convento di San Francesco | Barga, | - | - | Testimonianza dell’intensa predicazione francescana praticata nella zona nel XV secolo, la chiesa ospita al suo interno numerose e pregevoli pale in terracotta invetriata policroma di origine fiorentina. Sono ben otto le opere riconducibili ad Andrea Della Robbia e ai suoi figli. Al 1500 circa si può far risalire la pala con la Natività; ad anni vicini al 1515, invece, San Francesco che riceve le stimmate. I frati dell’osservanza si erano stabiliti a 46003 sin dal 1434 e già nel 1471 la comunità ottenne di lasciare il piccolo convento eretto in località Nebbiana (intitolato a San Bernardino subito dopo la sua canonizzazione) per un sito più vicino all’abitato. La chiesa attuale conserva l’impianto iniziale a navata unica con campate voltate a crociera. Nel corso del Cinquecento fu presumibilmente oggetto di lavori che resero necessaria una nuova consacrazione nel 1572. All’ingresso del complesso, un chiostro quattrocentesco delimita l'entrata della chiesa. | - | |
Chiesa e conservatorio di Santa Elisabetta | Barga, | - | - | Questo ex convento, poi divenuto conservatorio, venne fondato nel 1456 da Michele Turignoli, frate del Terzo Ordine di San Francesco, per ospitare alcune giovani donne ritiratesi a vita religiosa. Nel 1788 il convento fu ampliato e trasformato in istituto per l’educazione delle giovani. Nella chiesa si possono ammirare due opere in terracotta: una pala ad altorilievo raffigurante la Madonna della Cintola di Benedetto Buglioni (1510 circa) e la Madonna con bambino di Giovanni Della Robbia (1500-1510); vi trovano collocazione anche un grande crocifisso in legno del XIII secolo e un dipinto su tavola raffigurante la Madonna in trono con bambino tra i santi Paolo e Agostino del XVI secolo. | - | |
Chiesa di San Rocco | Barga, | - | - | Alla fine del 1400 si hanno notizie di un oratorio chiamato Cappella San Rocco, situato in fondo al ponte di Porta di Borgo e sorto per onorare il santo protettore contro la peste dilagante. Nel 1630 si inizia a costruire la nuova chiesa di San Rocco in un luogo vicino al precedente oratorio. Terminata nel 1639, l’altare accolse l’attuale tela raffigurante quattro personaggi: la Madonna col Bambino, San Rocco, San Sebastiano e Sant’Antonio. | - | |
Chiesa di San Maurizio (Pedona) | Barga, | - | - | La chiesa di San Maurizio sorge a Pedona, paese che si estende lungo la riva destra del torrente Ania, sorto sui resti dell'antico "castrum" romano a guardia della valle. Si accede alla chiesa tramite una grande scalinata doppia che conduce al portale principale, sormontato da una tettoia. All'interno la chiesa, senza abside, è a tre navate. Due porte aperte sulle pareti laterali conducono a destra in sacrestia e a sinistra ad un vano utilizzato come deposito. | - | |
Chiesa di San Giuseppe (Ponte all'Ania) | Barga, | - | - | La chiesa di San Giuseppe è stata edificata e consacrata nel 1961. L’ingresso della chiesa è rimarcato da una sequenza di cinque portoni in legno, al di sopra dei quali si sviluppa una grande finestra a nastro. Sopra la copertura del portico si erge il corpo superiore dell'edificio, caratterizzato da una grande vetrata di forma quadrata e concluso da una copertura a falda inclinata. Il campanile a base rettangolare si erge isolato sul lato sinistro della chiesa, incastonato all’interno della copertura del portico. | - | |
Chiesa della SS Annunziata | Barga, | - | - | La chiesa fu edificata nel 1595, sotto il titolo della Visitazione, da dodici rappresentanti delle principali famiglie barghigiane. All’interno della chiesa furono trasferite due statue lignee trecentesche dell’Arcangelo Gabriele e dell’Annunziata che, secondo la tradizione, provenivano dalla sagrestia del Duomo. Alla fine dell’Ottocento fu costruita la facciata della chiesa e, nello stesso secolo, furono commissionati i due affreschi parietali raffiguranti lo Sposalizio di Maria e la Presentazione al tempio del pittore Giammattei di Lucca. Durante la seconda guerra mondiale la chiesa fu gravemente danneggiata da alcuni proiettili di artiglieria e fu ristrutturata. Attualmente la chiesa accoglie in totale cinque altari. Sull’altare destro della navata, è presente una notevole pittura attribuita a Baccio Ciarpi: la Madonna col bambino fra i santi. | - | |
Chiesa della Fornacetta | Barga, | - | - | Dedicata all’assunzione di Maria viene anche chiamata con il nome del relativo sobborgo, la 'Fornacetta'. Situata fuori da Porta Macchiaia, questa chiesa era il riferimento per gli abitati circostanti. La strada sulla destra conduce alle cave di diaspro, dove vennero estratte le dure pietre di color rosso che oggi adornano la Cappella Reale di San Lorenzo a Firenze. | - | |
Chiesa del Santissimo Crocifisso | Barga, | - | - | Situata nel centro storico di 46003, si raggiunge percorrendo la cosiddetta “scalaccia” che scende dal Duomo e dal piazzale dell'Arringo. Di probabile fondazione medievale, la struttura risale alla prima metà del XV secolo con facciata completata alla fine del Cinquecento, ma importanti ampliamenti e modifiche furono fatte a metà del Settecento. L’interno della chiesa è suddiviso in tre navate e vi è possibile ammirare un ricco e rifinito altare in legno del Seicento; inoltre, vi trova spazio un coro in legno di ciliegio con pregevoli intagli, attribuibile probabilmente al Verzani di 46003, del XVII secolo. Il portale principale è incorniciato da stipiti e architrave in pietra, coronato da un frontone triangolare spezzato dove si inserisce la croce. Ai lati si hanno due statue in marmo bianco raffiguranti due figure di santi dentro nicchie a parete. | - | |
Pieve di San Paolo (Vico Pancellorum) | Bagni di Lucca, | - | - | La Pieve è ricca di simboli scolpiti che hanno nel tempo alimentato interpretazioni e leggende. Uno dei portali, sulla destra, porta scolpita una testa di guerriero cinta di alloro che per i paesani rappresenterebbe Castruccio Castracani degli Antelminelli. | - | |
Pieve di Controne | Bagni di Lucca, | - | - | La Pieve di San Giovanni Battista, anticamente nota come Pieve di Santo Stefano di Bargi, è ricordata in un documento dell'anno 884 conservato nell’Archivio Arcivescovile. Nella pergamena si ricorda che la pieve fu una delle ventotto chiese fondate da San Frediano, Vescovo di Lucca. Nel XIV secolo la chiesa fu investita da una frana che ne ostruì l'entrata e rese necessario spostarla al posto della parte absidale. L’orientamento della chiesa fu quindi modificato e ancora oggi è possibile vedere le geometrie originali e i fregi della vecchia facciata sul retro della zona absidale. Il campanile fu eretto a fine Ottocento. | - | |
Chiesa di Santa Maria (Benabbio) | Bagni di Lucca, | - | - | È citata nelle decime del 1260 come dipendente dalla Pieve di Controne. Nel 1338 la chiesa ebbe una fase di completo rinnovamento, come testimonia l’iscrizione nella fiancata che guarda la piazza, e nel 1385 ottenne la concessione del fonte battesimale. Nei primi decenni del XVI secolo l’edificio fu ampliato con l’allungamento e l’innalzamento della navata centrale e l’aggiunta delle due navate laterali. Nel XIX secolo fu infine demolita l’abside e sostituita con una più ampia. All’interno fa parte dell’arredo della chiesa il gruppo ligneo del XIV secolo dell’Annunciazione della Madonna di Piero d’Angelo di Guarnerio, padre di Jacopo della Quercia. | - | |
Chiesa di San Pietro a Corsena | Bagni di Lucca, | - | - | Nel fianco meridionale, nelle monofore e nelle arcate cieche sono evidenti le tracce dell’edificio originario, già ricordato nell’XI-XII secolo. L’abside originaria fu incorporata nella sacrestia, mentre l’antico portico fu inglobato nella facciata. L’interno è a tre navate con colonne e conserva l’impianto romanico. | - | |
Chiesa di San Cassiano di Controne | Bagni di Lucca, | - | - | È la prima chiesa storicamente documentata in Val di Lima. Il documento che ne attesta l’esistenza risale al 772 nel periodo dell’ultimo re longobardo Desiderio e nel documento la chiesa di San Cassiano viene ricordata come chiesa esistente da tempo indefinito. La chiesa come noi oggi la vediamo dovrebbe risalire tra la fine dell’XI e gli inizi del XII secolo. Un aiuto alla datazione viene da un elemento ornamentale inserito nella facciata, secondo un uso diffuso in area pisana e lucchese nei secoli XI-XII. Si tratta di un bacino ceramico proveniente dal mondo islamico, probabilmente tunisino: esso raffigura un falconiere a cavallo, molto singolare nell’iconografia poichè le consuete decorazioni attingevano a un repertorio di motivi geometrici o vegetali. | - | |
Chiesa dei SS Quirico e Giulitta (Casabasciana) | Bagni di Lucca, | - | - | La chiesa è sorta nel XVII secolo sul cinquecentesco oratorio di San Pietro, cui apparteneva l’architrave del portale con la data del 1503. Nel 1826 la chiesa, a una navata e cinque altari, fu oggetto di restauri. | - | |
Chiesa Anglicana | Bagni di Lucca, | - | - | Oggi vi si trova la biblioteca comunale, ma questo storico edificio fu costruito nel 1840 su autorizzazione di Carlo Lodovico di Borbone, Duca di Lucca, per iniziativa dei coniugi Henry ed Elizabeth Stisted, una coppia di inglesi che si erano stabiliti ai 46002. La località era allora luogo di villeggiatura e di dimora di una numerosa comunità inglese che sentiva l'esigenza di avere un luogo di culto protestante. La forma è quella di un palazzo perché Carlo Lodovico non voleva che l’edificio avesse aspetto di vera e propria chiesa per non urtare la Curia Arcivescovile. Il progetto e la costruzione furono affidati all’architetto Giuseppe Pardini. I coniugi Stisted nel 1842 fecero aprire anche il Cimitero Anglicano che si trova sull’altra sponda del torrente Lima lungo la Statale del Brennero. | - | |
Cappella Demidoff | Bagni di Lucca, | - | - | Il principe russo Niccolò Demidoff, che all’inizio dell’Ottocento si era stabilito in Toscana, volle dotare 46002 di un ospedale nel quale potessero venire accolti anche i poveri bisognosi di cure termali. Oltre alla struttura di accoglienza, nel 1825 il principe fece realizzare da Giacomo Marracci anche la cappella, che nelle sue forme ripropone in miniatura il Pantheon di Roma. | - |